La sensibilità è l’abito più
elegante e prezioso,
di cui l’intelligenza possa
vestirsi “Alda Merini”
Comasca di nascita, cittadina
del mondo Elisabetta Trombello classe 1969,
appartiene a quella generazione
di mezzo che non ha vissuto ne il 68 ne tanto meno i rivoluzionari anni 60 e la
Pop Art, ma si è trovata ventenne, dopo essersi diplomata all’istituto
d’arte di Cantù, in quegli’ anni 80 dove
tutto sembrava raggiungibile e la possibilità di tuffarsi in lavori che
sembravano giochi, era all’ordine del giorno.
E’ il mondo del turismo
quello nel quale Elisabetta Trombello si trova a vivere in quel periodo,
viaggiare è l’avventura più entusiasmante da vivere, scoprire paesi esotici,
esser a contatto con la natura, costantemente stupiti, meravigliati difronte a
tramonti straordinari, fondali marini sorprendenti, flora a fauna sconosciuti porta al desiderio incontenibile
di condividere lo stupore e la meraviglia.
Questo sarà il meccanismo che
porterà Elisabetta Trombelo a diventare un artista . Fin dall’inizio
l’approccio con la superficie pittorica è andato subito verso la materia, ma
una materia che va plasmata e non dipinta, contaminata da piccoli elementi
naturali e non, riportati dai luoghi visitati che l’artista usa per rievocare
il ricordo tra reale e immaginario rendendo il racconto tridimensionale e
favolistico.
Si muove sulla tela con malte
e acrilici, usando non il pennello ma spatole particolari che di malte sature
di colore.
E’ con queste opere che ET
muove i primi passi verso il pubblico le prime mostre collettive e poi le
personali.
La sua è una pittura
empatica, solare , semplice se vogliamo ma proprio per questo riesce a
trasmettere emozioni immediate… a provocare un incantevole sorpresa.
Per qualche anno questo
sembra bastare, condizione favorita anche dal grande successo della stampa e
del pubblico.
In quel periodo l’artista
approfondirà la sua conoscenza dell’Arte del 900.
Rimarrà stregata dai sacchi
di Burri e subirà il fascino provocatorio di Piero Manzoni….. Materia!!!! Questo è il suo media, ma non le basta
plasmarla lei vuole muoverla! Muoverla, fino a farla diventare flusso, questa
era l’idea!
Fin dall’inizio!!!
Non erano quei paesaggi
fantastici, quei tramonti incredibili e tutte le meravigliose viste che voleva
raccontare, lei voleva raccontare il flusso delle Emozioni che quelle visioni
provocano.
Perché l’Arte è anche il modo
in cui l’anima di un artista cerca di comunicare le proprie sensazioni ad altre
Anime.
Ed è su questo concetto che
quella realtà raccontata, scompare dalla superficie dell’opera, lasciando
spazio ad una nuova realtà dove con un gesto energico e liberatorio… Ma non
violento, la materia cambia si stratifica.
Fibre naturali come sacchi di
Juta, garze, cotoni, lini dalle larghe trame si sovrappongono e fluttuano sulla
superficie.
Anche il colore assume un
ruolo diverso, si fa rarefatto, a volte scompare per lasciare il posto al non
Colore, a volte si fa vivido ed intenso, e… in una dimensione sospesa assume
una valenza onirica.
L’opera di Elisabetta si
muove verso la costruzione di uno spazio interiore, lontano dall’agitazione e
dalle spigolosità del mondo in una dimensione intima e allo stesso tempo
appartenente all’esperienza collettiva….
A volte capita che le morbide
e flessuose superfici dell’opera vengano caratterizzate da lacerazioni e
strappi dai quali emergono cristalli preziosi o semplici e levigati coralli.
Li scopri nel tuo vagare tra
le pieghe dell’opera…si offrono alla vista come piccoli tesori nascosti
La creatività di un artista
di dipana su più fronti, usa la stessa materia ma cambia gli elementi e il
ritmo del racconto, ora, non è solo il viaggio in mondi esotici e lontani a
prendere forma sulle sue tele, è l’emozione di un viaggio diverso… è il viaggio
dei sentimenti, dell’esperienze vissute: l’Amore, l’Amicizia, i Sogni, le
Speranze gli Incontri, ma anche le Delusioni e le Solitudini.
Un racconto autobiografico
che l’Artista elabora attraverso il suo fare, la tela diventa allora il luogo in cui ogni elemento si unisce
agl’altri in un insieme organico e morbido: le forme si allungano e il colore
diventa morbido, caldo e vitale, interrotto a volte da preziose eruzioni dove
l’oro fuori uscendo dalle stratificazioni invade con morbide colature la
superficie pittorica, dando vita ad un universo fluttuante e luminoso, dominato
da una forte carica emotiva in uno slancio che celebra costantemente l’Amore
per la Vita e il piacere ludico della scoperta.
In questo modo il percorso
individuale dell’Artista si fa traccia di un esperienza universale, in un opera
che ognuno può sentire come propria, proseguendone in racconto attraverso le
più profonde e personali Emozioni.!
Un ringraziamento per le parole ad Anna Maria Brizzi
Nessun commento:
Posta un commento